Ristorante Teresa dal 1968“Spensieratezza”, “Empatia” ed era giusto concludere con “Soddisfazione”. Si è chiusa, infatti, nei giorni scorsi la triade dell” Esperienza delle emozioni” messa in scena, si perchè è stata davvero una piece teatrale in tre atti, presso “Ristorante Teresa dal 1968”. Lo ha fatto molto bene, nel corso dei tre appuntamenti, la giovanissima, e bravissima, Martina Buscema.  Da figlia di Tina Cosenza ma, soprattutto, da eccellente padrona di casa, ha ideato e saputo raccontare con i suoi puntuali, ed emoziona(n)ti interventi le belle esperienze di cui hanno potuto godere gli amici commensali.
Allora è altrettanto emozionante ripercorrere quelle che sono state queste tre serate. Che sono  iniziate all’insegna della “Spensieratezza” e dell’abbinamento dei convolgenti piatti di Tina Cosenza con i coktail di Enoglam che sono riusciti a creare un’atmosfera spensierata.

Mariella e Martina tra storia e futuro il presente di “Teresa”

L’”Empatia” l’ha fatta da protagonista in occasione della seconda serata dove Tina ha collaborato con Giorgio Guglielmetti Company Chef di Longino & Cardenal e dove si è officiato l’incontro a tavola con Baccalà Giraldo. Un trionfo estetico e di sapori dove il pesce nordico è stato declinato in tutte le sue sfumature. Tanto da   offrire una superba gola in  pil al plancton marino. In abbinamento le scelte di Mariella hanno davvero impreziosito la degustazione offrendo  ai convenuti un Metodo Classico Brut Bàsura Rosa Durin e un impegnativo Petite Arvine “Ottin” Vallèe d’Aoste DOP.
E siamo giunti al gran finale che non poteva che essere “bagnato” che da un gran nome come quello di Veuve Clicquot che si è legata in un rapporto simbiotico a Tina e al ristorante con un sigillo d’affetto che risale al 2008.
Un appuntamento con molte punte ma che ha ruotato introno  alla proposta di un meraviglioso, tradizionale, cappon magro. Piatto d’eccellenza della cucina ligure che Tina ha costruito portando  davvero il giusto rispetto alla ricetta. Un delicato piacere scoprire come il giusto dosaggio della salsa verde non rendesse inopportuna la proposta di mangiarlo sorseggiando un delizioso Cuveèe Saint-Petersbourg della prestigiosa maison.
A fare da ancellare contorno al sire della tavola, è stato piacevole  gustare un “Carpaccio di capasanta con mandarino e basilico” che ripercorre, molto bene, la tradizione di abbinare pescato e frutti. Alici protagoniste nel semplice, ma efficacissino, “pane, burro e alici”. Una nota particolare per il “Risotto mantecato lampone e foie grais”. Piattoi che nella proposizione appare anche azzardato ma che gioca molto sui contrasti tra il frutto di bosco e la ridondanza, accennata, del foie gras.
Davvero interessante il gelato al fior di latte con fichi speziati e lacrima di aceto balsamico. Dove chef Tina non si fa sorprendere ma sorprende nell’accostamento.
A chiudere la piccola pasticceria con meringhette e pandolcini che arrivano dal cesello di Cinzia che, in cucina, è valido e storico sostegno della chef.
Come tutte le cose belle, anche questa cavalcata di sapori e emozioni è giunta al termine. Ma sono solo tre episodi di una stupenda saga che continua: quella di Ristorante Teresa dal 1968.

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