Grande panorama, quello attuale, nei vini liguri .
Cercherò in queste poche righe di fare un po’ di chiarezza e soprattutto di darvi un’idea precisa quando aprirete la carta dei vini al ristorante e dovrete scegliere un vino che vi piace o trovare un abbinamento adatto a ciò che andrete a scegliere.
La Liguria è una terra stretta tra il mare e la montagna, dove la produzione vitivinicola si è fatta largo, soprattutto in questi ultimi anni, diventando Interessante soprattutto con queste nuove generazioni di giovani viticoltori, che hanno riscoperto il territorio e i suoi vitigni antichi, strappando e rendendo queste zone impervie e rocciose a picco sul mare, zone di viticoltura di spessore ed eroica ( ve ne ho già parlato).
Finalmente anche in Liguria iniziamo ad avere vini di grande interesse e di una certa rilevanza sia per qualità, notorietà e pregio.
Tra i vitigni a bacca bianca troviamo il Vermentino, il Pigato, la Bianchetta genovese, il Coronata, il Bosco, l’Albarola, la Lumassima , il Moscato e il Rollo.
Mentra tra i vitigni a bacca rossa troviamo in primis il Rossese , l’Ormeasco , la Granaccia , il Ciliegiolo, il Vermentino a bacca rossa, un pó di Sangiovese e Barbera.
Purtroppo in Liguria non si
producono DOCG, mentre abbiamo 8 DOC e 4 IGT .
Di alcuni vitigni vi ho già parlato nei miei articoli precedenti, ma mi rendo conto che un panorama, veloce, leggero e di breve didattica, mancava ai miei scritti.
Partiamo quindi dai vini a bacca bianca.
Il Vermentino lo conosciamo un po’ tutti, coltivato un po’ ovunque, anche in Toscana e in Sardegna.
E’ un vino semiaromatico, elegante, fresco, leggermente acido, minerale, sapido e morbido. A ponente decisamente più floreale ed erbaceo mentre a Levante più fruttato. Comunque con minor struttura rispetto al Vermentino toscano o Sardo.
Il Pigato lo troviamo solo nel Ponente , ha una buona struttura, sapido e secco, ma soprattutto caratterizzante del nostro territorio con forti sentori di erbe aromatiche. Fine ed elegante. Qualche azienda lo ha anche spumantizzato o lo ha portato all’invecchiamento (batonage di 6 mesi in tonneau francesi e affinamento di 24 mesi in bottiglia) o all’appassimento.
A Genova e nel Genovesato abbiamo la
Bianchetta genovese e il Coronata ( Val Polcevera), vini assai freschi, di colore scarico e giallo delicato, secco, di poca struttura, di buona sapidità, da bere nell’anno della sua produzione. Abbiamo anche un primo tentativo, assai ben riuscito di Bianchetta spumantizzata. A Genova molto conosciuto e apprezzato è perfetto con una striscia di focaccia, con le torte salate o con piatti liguri leggeri e non troppo lavorati.
Albarola, chiamata anticamente Calcatella, è poco conosciuta dallo stesso genovese, anche se molto simile alla Bianchetta. Viene coltivata nel Levante ed è caratterizzata da sentori di fiori bianchi e da un chiaro ritorno erbaceo. Raramente vinificata in purezza, la troviamo a dare struttura ad altri vini di territorio.
La Lumassima la troviamo del Ponente ligure, e più precisamente nel savonese e nel
Finalese dove la troviamo anche con il nome di Mataossu o Buzzetto. Vino adatto alla nostra cucina, “ regge” bene anche piatti di una certa struttura “grassa” grazie proprio alla
sua spiccata acidità.
Il Moscato, lo troviamo soprattutto nel Golfo del Tigullio, in tipologia secca, con sentori e profumi delicati, dolce dai sentori spiccati di albicocca, intenso e delizioso con un canestrello.
Il Bosco, è un binomio autoctono, coltivato nel Levante Ligure, che mai viene vinificato in purezza, ma con altri vitigni. Tra i vini liguri, lo troviamo infatti quasi sempre a comporre il bouquet dei vini delle Cinque Terre ai quali dona struttura e gradazione alcolica. Nel caso dello Sciachetrà lo aiuta a diventare un vino da dolce, che si presta bene all’invecchiamento, con sentori che virano all’albicocca e alla confettura.
Il Rollo, vitigno autoctono del genovesato e del ponente ligure ( anche se da studi non si esclude la sua origine francese) è un vitigno poco conosciuto mai usato in purezza vista la sua scarsa struttura ma usato solo per dare corpo e struttura a vini come quelli della Val Polcevera.
Tra i vini liguri,passiamo al rosso del territorio ligure
Il Re del nostro territorio è il Rossese di Dolceacqua anche se lo si trova anche in buona parte del ponente ligure.
Vino di discreta struttura, abbinato nella sua tradizione classica allo stoccafisso, è un vino fruttato, floreale con sentori di spezie e di macchia mediterranea. Morbido, buona acidità e sapidità. lo si adatta facilmente oltre allo stoccafisso sopra citato, anche alla carne, al coniglio, alla piccola selvaggina, ai formaggi della Val Nervia e se invecchiato a piatti di buona struttura. E’ uno dei pochi vini rossi che supporta i carciofi, magari con un buon spezzatino. Perla tra i vini liguri.
Sempre nella stessa zona troviamo Ormeasco di Pornassio, che altro non è che un clone del Dolcetto del Piemonte trapiantato in Liguria. E’ di un bellissimo color rubino, dai sentori di ciliegia, viole, rose selvatiche, acido e sapido, lascia in bocca un lieve retrogusto di mandorla. Si abbina anche lui allo stoccafisso e a piatti di pesce in generale e lo può trovare anche passito o rosato. Se superiore e affinato in legno è adattissimo alla selvaggina e ai formaggi corposi.
La Granaccia a sua volta clone della Granache francese e del Cannonau sardo viene prodotto dal vitigno dell’Alicante. E’ un vino rosso asciutto, dal colore rubino intenso con bordi violacei e nell ’invecchiamento aranciati. In giovinezza è fragrante e vinoso, poi con il passare del tempo si fa ulteriormente morbido e caldo, molto equilibrato, molto intenso, adatto a piatti complessi ed elaborati. Vino straordinario
In ultimo, ma non ultimo, il Ciliegiolo. Molto conosciuto nel Levante genovese, anche se al tavolo poco richiesto, ha origini toscane.
Sia dal colore che dal gusto ci porta a tutto e per tutto ai sentori della ciliegia. E’ un vino da bere giovane, poco acido, fresco e morbido. Puó essere anche vinificato in bianco o trovarlo in forma passita dove ai sentori della ciliegia si uniscono quelli delle prugne, dei frutti di bosco e della confettura.
Spero di esservi stata utile, di avervi dato un’idea del paesaggio vitivinicolo ligure, non solo come ho fatto negli scorsi articoli attraverso vini e viticoltori, ma parlandovi un pochino dei vitigni che potete trovare tra levante e ponente in modo che le vostre scelte, la prossima volta, davanti ad una carta di un ristorante, a scegliere siate voi consapevoli.
Condividi:
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra) E-mail
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra) Stampa
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
- Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) LinkedIn
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra) Pinterest
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.