Non si sa perché Pellegrino Artusi volle definire questo timballo . Un piatto complesso, ipercalorico e molto laborioso nella preparazione.
“Tirate colla lunetta la vitella, il petto e il prosciutto e poi metteteli in un mortaio insieme col burro, col parmigiano, con un pezzetto di midolla di pane inzuppata nel latte e pestate moltissimo il tutto per poterlo passare dallo staccio. ponete il passato in una catinella ed aggiungete tre cucchiaiate di balsamella che, per questo piatto, farete della consistenza di una pappa; unite al medesimo le uova e l’odore e mescolate bene. Prendete uno stampo liscio di latta, ungetelo tutto con burro e ponete in fondo al medesimo., tagliato a misura, un foglio di carta ugualmente unto col burro; versateci il composto e cuocetelo a bagno-maria. Dopo sformato, levate il foglio e e sul posto di quello spargete un intingolo composto di un fegatino di pollo tritato e cotto nel sugo. Servitelo caldo e se vi verrà ben fatto lo sentirete da tutti lodare per la sua delicatezza. però qui viene opportuno il dire che tutti i ripieni di carne pestata riescono più pesanti allo stomaco di quelle vivande che hanno bisogno di essere masticate, perché, come dissi in altro luogo, la saliva è uno degli elementi che contribuiscono alla digestione.”
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