Enrico Vinelli, patron di Hostaria Ducale e, più recentemente, di Hostaria al Mercato, è come si dice in questi casi “un uomo di mondo”. Con un passato brillante da imprenditore nel settore automobilistico e golfista di livello nazionale, ha approdato, nella seconda parte della propria vita, al mondo della ristorazione. Gourmand e appassionato di alta cucina, ha iniziato dai fondamentali, utilizzando un termine calcistico, visto che lui è appassionato di football, anzi “Cricket and Football Club”, poiché la sua fede calcistica è rossoblù.
L’Inizio della Carriera nella Ristorazione
Ha rilevato un paio di chioschi, poi un ristorante alle piscine di Albaro, infine ha “fondato” Hostaria Ducale. In tandem con questa attività, è approdato al Mog, dove, insieme allo chef Daniele Rebosio e al maître Alessio Silesu, gestisce Hostaria al Mercato. Queste attività gli danno soddisfazioni, anche se quella più grossa deve ancora arrivare: si chiama “Michelin”.
Un’Attenta Osservazione del Fine Dining
Prima da avventore e poi da addetto ai lavori, Vinelli è molto attento al mondo del “fine dining”, quell’alta ristorazione che fa sempre discutere e che, un giorno sì e l’altro pure, sembra essere messa in discussione. Ma Vinelli è uomo pratico. Recentemente, hanno destato sensazione e fatto discutere le sue dichiarazioni sulla necessità per Genova di un turismo “altospendendente” che potrebbe rendere “sp(l)e ndente” la città.
Le Dichiarazioni e la Visione di Vinelli
Non pago, proprio poco dopo aver celebrato il suo sessantunesimo genetliaco, con tanto di foto social che lo ritraeva cinto di fascia, è tornato alla carica. Prima, con un post social, ha interrogato i suoi numerosi e attenti followers sulle necessità del settore. Poi, dopo aver tirato le somme del dibattito molto partecipato, ha calato l’asso: la buca in un colpo solo. In un post ha sentenziato che “Andare al ristorante deve essere un piacere e non può essere un lavoro per chi prenota”.
Innovazione e Flessibilità a Hostaria Ducale
Per dare concretezza all’assunto, Enrico Vinelli ha annunciato che a Hostaria Ducale “nello stesso tavolo una persona può fare un percorso in degustazione e l’altra può mangiare alla carta. Nei tavoli da sei persone, ognuno può mangiare ciò che vuole e che si sente di mangiare.” Vi sembra scontato? No di certo: si tratta di un passo epocale. Come spiega lo stesso Vinelli, infatti, “La degustazione per tutto il tavolo certamente semplifica il lavoro in cucina, ma inevitabilmente limita le persone. La degustazione obbligatoria per tavoli oltre le quattro persone diminuisce le prenotazioni, perché sei amici difficilmente si metteranno d’accordo su cosa mangiare tra quindici giorni.”
Il Dibattito che si Espande
Ma non è tutto, perché dall’ombra della Lanterna il dibattito si è spostato a quella della Sagrada Famiglia. Proprio di recente, infatti, a Barcellona, dove sostanzialmente il menù degustazione è partito, ora lo mettono anche lì in discussione. Il tutto nel corso di un convegno di altissimo livello, dove anche Albert Adrià, l’ultimo della dinastia sopravvissuto alla chiusura dei locali di famiglia, ha ammesso che “Il menù degustazione è un male necessario” e che “bisogna cedere il passo a soluzioni più flessibili.”
L’Uovo di Colombo della Ristorazione
E allora questo potrebbe essere davvero l’uovo di Colombo: ovviamente cotto a bassa temperatura dall’eccellente Daniele Rebosio.
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