Bravi e buoni i ristoratori genovesi, ma quando li pungi sul vivo li trovi eccome…Ed eccoli lì, pronti a diventare social chef e a raccontare le loro disavventure. Leggete e poi non dite come non si possa che essere d’accordo con loro…
Monica Capurro, del Santamonica di Lungomare Lombardo, è riconosciuta come essere persona gentile con la sua affezionata clientela. Una delle parole preferite da Monica è “coccole” , declinata in mille, garbati, modi. Più di una volta lo aveva scritto sui social che una delle cose più brutte e sconvenienti che si possano fare è quella di “bucare” un tavolo prenotato senza nemmeno avere la decenza di avvertire con uan semplice telefonata. All’ennesima “sola” presa con una prenotazione si è inalberata e non le ha mandate a dire. La sua canzone preferita? “Time” dei Pink Floyd! Da ora in poi , al Santamonica, dopo i 30 minuti di ritardo senza preavviso si perde il posto e sotto con un altro. Ma Monica ha già avvertito che se telefonate e pronunciate la parola magica “Siamo in ritardo e stiamo arrivando” lei e il suo staff vi attendono fino all’inverosimile e con il sorriso sulle labbra.
Roberto Panizza, è uno di mondo, anzi è “il pesto genovese” nel mondo. Quindi ne ha viste di tuti i colori ma, nei giorni scorsi, le ha cantate sul sociale, altrimenti che social chef sarebbe, alla televisione francese. Non è certo una novità che una televisione, un sito o un giornale lo chiamino per parlare di pesto o per realizzare un servizio sull’oro verde genovese di cui luì è riconosciuto ambasciatore nel mondo. Ma vuole, con ragione, sapere dove poi andranno le sue dichiarazioni o le imamgini dell’amato pesto al mortaio.
Quando, nei giorni scorsi, da Oltralpe lo hanno cercato per realizzare un servizio nel suo laboratorio ha subito capito l’antifona. E sul social ha raccontato di aver, appunto , chiesto chi fossero gli altri coinvitati per non far la figura di quello di pietra. Ha raccontato che dall’altro parte del telefono è stata “scena muta”, eppure il francese di Roberto Panizza è fluente visto che spesso va a trovare il suo amico Mauro Colagreco, chef stellato, al Mirazur di Mentone. Nei giorni scorsi un lungo articolo di “Le Figaro” sull eccellenze genovesi ha citato anche il suo locale di Via Galata.
L’attento Roberto ha rivelato di esserer rimasto scottato di quella volta che aveva rischiato “di essere coinvolto in uno spot delle patatine surgelate olandesi “. E così il “Genovese” è tornato a coccolarsi la sua ultima creatura sorta proprio sulla spiaggetta di Boccadasse e ha lasciato che i Transalpini svoltassero verso altri lidi. Per Roberto Panizza Parigi non vale una torta di gee…
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