Fu un ligure a inventare il cono gelato da passeggio. Si chiamava Giovanni Torre, per gli amici “Il Merlo”. Nel 1902 andò a Bruxelles e grazie alla sua genialata divenne ricco. Pare tuttavia che già decenni prima alle spalle di Sanremo, nella Liguria di ponente, si conoscesse la ricetta di questa cialda che ha fatto Storia, soprattutto nei paesi anglosassoni.
Più complesso ricostruire chi inventò il gelato : sin dall’antichità più remota i tentativi di rinfrescarsi e dissetarsi con la neve o il ghiaccio, magari aggiungendo un sapore diverso (come il succo di frutti locali o il miele), furono pratiche comuni e intuitive in ogni continente.
Le fonti sono comunque concordi nell’identificare gli italiani come gli inventori del gelato moderno. Stando a quanto riporta Quinto Fabio Gorgo, nel 62 d.C. Nerone introdusse a Roma i primi dessert elaborati a base di frutta, miele e neve. Tuttavia per passare dalle nivatae potiones di epoca imperiale a una forma più evoluta bisognerà attendere il XVI secolo.
A contendersene la paternità sono un tal Ruggeri, pollivendolo fiorentino, e il suo concittadino Bernardo Buontalenti, di professione architetto. Verosimilmente le cose andarono in questo modo: Ruggeri si aggiudicò la vittoria di un concorso indetto dalla corte medicea per l’invenzione del piatto più originale. Il suo «ghiaccio con acqua inzuccherata e profumata» ebbe un tale successo che nel 1533 Caterina de’ Medici lo portò con sé a Parigi, in occasione delle nozze con il duca d’Orléans, il futuro Enrico II. Questo narra la vox populi, ma la documentazione ufficiale scarseggia. L’architetto Bernardo Buontalenti invece sottopose a Cosimo il Vecchio una nuova ricetta: quella di una crema fredda a base di latte, tuorlo d’uovo, miele e vino aromatizzato con bergamotto, limone e arancio. L’invenzione venne offerta a un ospite di tutto riguardo, Carlo V di Spagna, e il successo fu travolgente.
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