Provate un po’ a negare adesso che il pesto genovese non abbia confini e che il mito dell’oro verde non abbia, ormai da tempo, abbandonato l’ombra della Lanterna per diventare genuinamente internazionale. “Pestellatori di tutto il mondo riunitevi”, parafrasando un celebre incipit si può davvero celebrare in questo modo l’arrivo del mortaio e del pesto addirittura in Niger. Nessuno c’era mai riuscito prima d’ora ma era tempo che fosse così. Merito di quell’invenzione geniale che è il Campionato del mondo di pesto al mortaio l’aver raggiunto l’ennesimo lido inesplorato e lontano dalle serre di Prà.pesto al mortaio Ed è andato tutto ben oltre quelle che potevano essere le più rosee speranze per questa spettacolare gara eliminatoria del Campionato che si è svolta tanto lontano dalla Lanterna. A partire dall’accoglienza, trionfale, cui sono stati oggetto Emiliano  Pescarolo, già campione del mondo di pesto al mortaio, e Paolo Ferralasco , ristoratore genovese. Questa volta sono andati loro due in vece di Roberto Panizza, mentore dell’ormai storico contest e questa volta assente ma ben rappresentato. “Aver insegnato a fare il pesto al mortaio ai ragazzi della scuola alberghiera di Niamey, è stato tanto emozionante quanto appagante, bravi bravi tutti!!!”Questo uno dei post pubblicati proprio dall’ex campione iridato Emiliano Pescarolo a poche ore dalla conclusione di un contest che nessuno si sarebbe mai aspettato. Ma quando c’è di mezzo il pesto, c’è davvero posto per tutto e tutti.

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