Strofogetto di Martin Piaggio.

Co-o mae solito camallo
ve spedisco ben fasciou
(Maa però non de regallo)
O pan doce comandou:
Cao felice, che bon pan!
O pa proprio un marsapan…
Li gh’é drento do cetron,
Do fenoggio, do vin bon,
Pigneu freschi, e che zebibbo!
Ho accattou da-o-scio Garibbo
In mancansa de l’ughetta,
Ma però sensa granettaa.
Do butiro faeto apposta,
(Poi vi diò quanto a me costaa)
Euve fresche unn-a dozzen-a,
Eutto lie de scio de faenn-a,
Dixeutt’once (salvo o veo)
D’ame bon, de quello ebreo,
Ben menou, co-a.pasta sciocca
N’imbuzanco: l’aegua in bocca
Me ven sempre…Ohimé me sento
Ascì in moto un svenimento
Pe-a frangansa che o mandava
Fin da quando o se impastava,
Che…ma taxo, e in questo punto
Veuggio dave giusto o conto,
Trae liettin-e va l’ame,
Comme o paga Bertomè;
O butiro atre tre lie,
Che fan sei, contae co-e die:
Pe-o zebibbo e pe-i pigneu
Trenta sodi za ghe veu;
Due lie e meza costa a fenn-a
Euve? …ninte…unn-a dozzenn-a,
Che fa in tutto, in mae zuamento,
Dexe lie, monaea d’argento;
Repassaele che van ben.
No ve parlo da fattua
E frusteua de tante moen:
Ninte veuggio da cottua
Do fenoggio, vin, cetron,
Né da breiga do camallo;
Queste cose ve-e regallo.
regalavve asci veuggio
Unn-a ramma do mae ofeuggio,
Bello, fresco, verde, mou,
Co-e ballette tutte d’ou,
Che o mettiei comme trofeo
In sce-o pan, laudatus Deo!
E con questo…addio finiscio
E de cheu ve riveriscio.

Martin Piaggio

Con il mio solito fattorino vi spedisco bene incartato (ma non come regalo) il pandolce che mi avete ordinato. Caro Felice! Che buon pane, sembra proprio marzapane; lì c’è dentro dell’arancia, del finocchio, del buon vino, pinoli freschi e che zibibbo! L’ho acquistato dal signor Garibbo in mancanza dell’uvetta, però senza semi. Del burro fatto appositamente (poi vi dirò quanto mi è costato). una dozzina di uova fresche, otto lire di fior di farina, diciotto once (salvo il vero) di miele buono, di quello ebreo (Piaggio si riferisce ad un noto commerciante; l’uso del miele è dovuto all’alto costo, in quel periodo , dello zucchero che infatti non è citato fra gli ingredienti), ben lavorato, con la pasta morbida, bello gonfio: mi viene continuamente l’acquolina in bocca…Povero me, mi sento persino la sensazione di svenire per la fragranza che emanava fin da quando veniva impastato, che …ma taccio e, a questo punto, voglio darvi un conto preciso. tre lirette costa il miele, come paga un’onest’uomo: il burro oltre tre lire, che fanno sei, contate sulle dita; per lo zibibbo e per i pinoli ci vogliono già trenta soldi; due lire e mezzo costa la farina, le uova? Niente…una dozzina che fa in tutto, lo giuro, dieci lire in moneta d’argento; ripassate pure il conto, che è giusto. Non vi parlo della fattura, sarebbe consumata per le troppe mani; non voglio niente per la cottura, per il finocchio, il vino, il limone, nè per la consegna; queste cose ve le regalo. Voglio regalarvi anche un rametto del mio alloro, bello, fresco, verde, moro, con le bacche tutte d’oro, perchè lo mettiate, come trofeo, sul pandolce, sia lode a Dio! E con questo…addio, concludo e vi riverisco di cuore.

Mauro Salucci è nato a Genova. Laureato in Filosofia, sposato e padre di due figli. Apprezzato  cultore di storia,  collabora con diverse riviste e periodici . Inoltre è anche apprezzato conferenziere. Ha partecipato a diverse trasmissioni televisive di carattere storico. Annovera la pubblicazione di  “Taccuino su Genova” (2016) e“Madre di Dio”(2017) e   "Forti pulsioni" (2018) dedicato a Niccolò Paganini. Ultimo arrivato  il libro dedicato ad un sestiere genovese importante come quello di " Portoria e Molo". Mauro Salucci lo potete anche leggere Salucci di web

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